Il Piemonte è una regione
italiana dell'Italia Nord-Occidentale di oltre 4,3 milioni di abitanti
con capoluogo Torino. Confina a ovest con la Francia (regioni Rodano-Alpi
e Provenza-Alpi-Costa Azzurra), a nord-ovest con la Valle d'Aosta,
a nord con la Svizzera (cantoni Vallese e Ticino), a est con la
Lombardia a sud-est con l'Emilia-Romagna e a sud con la Liguria.
Il territorio della regione è prevalentemente montuoso (ben il 43,3%
del territorio regionale). Le principali catene montuose sono le
Alpi, che circondano la regione ad ovest, e gli Appennini situati
al confine con Liguria ed Emilia-Romagna. Il fiume Po attraversa
l'omonima pianura. Le principali zone collinari sono il Canavese
(a nord-ovest), le Langhe e il Roero (a sud-ovest) e il Monferrato
(a sud). Numerosi sono i laghi alpini di origine glaciale. Il lago
Maggiore, uno dei laghi più grandi d'Italia, segna il confine a
est con la Lombardia, insieme al suo emissario, il fiume Ticino.
La montagna piemontese ha un aspetto imponente ed aspro: infatti
le sommità al di sopra dei tremila metri scendono rapidamente verso
la pianura. Da ciò deriva il nome della regione che significa "al
piede dei monti". Al di sotto delle rocce e dei pascoli ci sono
ampie estensioni di boschi: le conifere sono meno diffuse che in
altre sezioni delle Alpi e lasciano presto il posto a faggeti ed
a castagneti. Nelle valli ci sono impronte dell'attività umana e
costituiscono importanti vie di comunicazione internazionali stradali
e ferroviarie. Nelle valli minori si trovano dighe, impianti idroelettrici
e centri turistici. Le colline meridionali delle Langhe e del Monferrato
sono formate da antichi sedimenti marini e sono poco resistenti
all'acqua, che vi scava un labirinto di solchi e di valli. I versanti
bene esposti sono coltivati a vite, cereali e foraggi ma anche a
frutteti e noccioleti mentre l'allevamento, che un tempo era molto
diffuso, non progredisce. Tra queste colline e le Alpi, un altopiano
ricco di acqua arriva fino a Cuneo, ad oltre cinquecento metri di
altezza: qui i campi sono coltivati soprattutto a foraggi e cereali.
Nell'area torinese il paesaggio tipico è quello dello sviluppo industriale.
Interamente opera dell'uomo e frutto di un lavoro secolare è il
paesaggio delle risaie nella pianura delle province di Vercelli
e di Novara. Il riso si avvicenda ad altri cereali e
foraggi mentre le piantagioni di pioppi si intercalano ai campi.
Teritorio:
-Comuni della provincia di Alessandria (190)
-Comuni della provincia di Asti (118)
-Comuni della provincia di Biella (82)
-Comuni della provincia di Cuneo (250)
-Comuni della provincia di Novara (88)
-Comuni della provincia di Torino (315)
-Comuni della provincia del Verbano Cusio Ossola (77)
-Comuni della provincia di Vercelli (86)
Abitato fin dall'età neolitica, dopo lo scioglimento dei
ghiacci in alta Val Padana, nel I millennio a.C. fu occupato dalle
popolazioni celtiche o liguri dei Taurini e dei Salassi, successivamente
sottomessi dai romani (220 a.C.), che fondarono colonie come Augusta
Taurinorum (l'odierna Torino) ed Eporedia (Ivrea). Dopo la crisi
della parte occidentale dell'impero la regione divenne sede d'incursioni,
scontri e conquiste da parte di Odoacre, dei burgundi, dei goti
(V secolo d.C.), dei bizantini, dei longobardi (VI secolo), dei
franchi (773), conservando però una certa autonomia. Nel IX e X
secolo subì le nuove incursioni degli ungari e dei saraceni che
distrussero, fra l'altro, l'Abbazia di Novalesa in Val di Susa.
Amministrativamente divisa in contee e marche, fu in parte riunificata
nell'XI secolo da Olderico Manfredi, che ottenne le due importanti
marche di Torino e Ivrea e le lasciò in eredità al genero Oldone
di Savoia, figlio di Umberto I Biancamano.Il processo di riunificazione
del Piemonte sotto i Savoia richiese diversi secoli, dapprima per
la formazione di comuni autonomi, come Asti e Alessandria (XII secolo),
e forti marchesati, come quelli di Saluzzo (XI secolo) e del Monferrato
(XII secolo); poi per l'intervento di potenti signori esterni, come
i Visconti (XIV secolo); infine per il coinvolgimento della regione
nelle lotte fra gli Asburgo e i Valois per l'egemonia in Italia
e in Europa (XVI secolo).
Solo dopo la pace di Cateau-Cambrésis (1559) Emanuele Filiberto
e i suoi successori poterono avviare il processo di definitiva riunificazione,
ultimato nel 1748 con la pace di Aquisgrana. Dopo la parentesi della
dominazione napoleonica (1796-1814), il Piemonte seguì i destini
del Regno di Sardegna ed ebbe un ruolo centrale nel Risorgimento
italiano e nella costruzione del nuovo stato unitario (1861), che
ne derivò la struttura giuridica e politica (Statuto Albertino del
1848) e il personale amministrativo,in quel processo che fu definito
di "piemontesizzazione" dello stato. Nei momenti più critici o di
transizione della storia nazionale, il Piemonte diede importanti
contributi come "laboratorio" politico e sociale, con gli scioperi
operai nelle guerre mondiali (nel 1917 e nel 1943), le esperienze
torinesi di Gramsci e Piero Gobetti (anni Venti), l'intensa partecipazione
alla Resistenza (1943-45), l'industrialismo innovativo di Adriano
Olivetti (anni Cinquanta),la stagione di lotte dell'autunno caldo
(1969). Imponente fu l'industrializzazione della regione, che dalla
struttura agraria tradizionale del regno sabaudo, fondata sull'egemonia
dei ceti burocratici e militari e delll'aristocrazia fondiaria,
seppe avviare, a partire dall'età cavouriana (1852-61), un rapido
processo di modernizzazione fino a diventare,all'inizio del Novecento,
un'area rilevante del triangolo industriale che trainò il decollo
economico italiano. Non mancarono, nel rapido sviluppo, gli squilibri,
soprattutto territoriali, tra l'area del torinese, sede principale
dell'industrializzazione, e l'economia ancora prevalentemente rurale
del resto della regione. Il tessuto economico, in cui ebbe un posto
proponderante la FIAT, attrasse negli anni Cinquanta e Sessanta
un grande flusso migratorio, che provocò profonde trasformazioni
sociali e culturali; si dimostrò, invece, piuttosto fragile di fronte
alle sfide della mondializzazione di fine secolo, che pagò con un
certo declino industriale e un alto tasso di disoccupazione.